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Visualizzazione dei post da agosto, 2013

Ceneri disperse

Mi sarei voluta uccidere all’istante ingoiando il telefono. Ho inscenato una mini commedia napoletana, reclamando l’assenza di messaggi, telefonate, cenni di vita. E nel momento in cu mi ha detto “Ho disperso le ceneri di mio pare in vetta, viaggiando di notte, salendo il sentiero all’alba” … ecco in quel momento non sapevo se piangere o se uccidermi. Mi sono sentita tutto: stupida, cretina, idiota, invadente, sciocca, superficiale. TUTTO! Credo di essere sprofondata, credo di essermi polverizzata io stessa, come incenerita da un fulmine, senza che nessuno avesse la premura di cospargere le mie ceneri su qualche vetta! “Non volevo dirtelo, non so perché … Volevo salire con la sicurezza di non incontrare nessuno, per questo ho viaggiato fino alle 3 di mattina, ho dormito un’oretta e poi su per la direttissima quasi di corsa. Avrei dovuto dirtelo e basta. Sei arrabbiata?” Sì cazzo, certo che sono arrabbiata: con me stessa e con la mia miopia, con il mio ego-centrismo, con la mia idiozi

Tu quoque, Brute, fili mi!

Le vendette e le ripicche vorrei lasciarle ad altre persone, specialmente ad altre donne. Però lo stesso mi girano verticosamente i cojoni (per dirla chiara). Già perché è pur vero che l’uomo può fare una sola cosa alla volta, ma che quella cosa riguardi sempre e solo lui, bhe questo è egoista oltre ogni ragionevole misura! Quindi va bene che si prenda del tempo sé, va bene se libero da impegni si organizza una sera, due sere, tre sere, va bene anche quattro sere, ma che non trovi più il tempo in 2 gg di telefonarmi, l’incazzo sorge spontaneo. Esticazzi!! Esaurito il budget parolacce dell’intera giornata e sono solo le 9 di mattina. Dicevo che considero troppo astenersi per 2 gg da messaggi e telefonate in nome prima della corsa, poi della mtb, poi della montagna. Non so se sono io ad esagerare o se posso ancora aspirare a una telefonata sottratta dai “Ritagli di tempo familiare”. Cazzo un uomo solo, libero, senza famiglia, non si prende il “lusso” di una lunga telefonata notturna all

Non mi riesce

Non mi riesce! Non mi riesce di essere felice o fiduciosa o speranzosa di qualcosa. Non mi riesce di sorridere, di abbandonarmi a pensieri leggeri e spensierati. Non mi riesce di pensare che prima o poi avrò un uomo al 100% e non un co.co.co. Non mi riesce di sperare un futuro dove devo fare la spesa delle sole cose in offerta e dove devo valutare se invitare a cena qualcuno perché non ho i soldi per fare la spesa. Non mi riesce di immaginare un tempo dove il mio telefono suona e qualcuno mi cerca, mi invita, dove esco e non sono vestita come ModaMare2013, ma vestita bene, con una bella camicia e una bella scarpa. No, non mi riesce proprio di sorridere di niente! Di un cazzo per la precisione. Avverto quella spiacevole sensazione di fine estate, in particolare, di fine scorribande e inizio di solitudine. Lentamente stanno abbandonando l’AA, ognuno per tornare alla propria vita, dove io non sono contemplata. E’ sempre un cielo grigio che cerco di colorare, ma non ho più voglia di ill

Sono vecchia

Un altro weekend alle spalle. Un’estate chiusa e niente per il futuro. Non basta mettersi alle spalle un giorno, dieci, mille. Questa è mera sopravvivenza, è l’attesa della morte! Però è così, certi giorni e certi weekend sento tutto il peso della solitudine sulle spalle. Cerco di stare tranquilla, penso a cucinarmi qualcosa di buono, a farmi una bella doccia lunga, leggere un bel libro. Cerco di pensare a quante persone stressate aspirano a giornate così quiete. Respiro e penso che l’inverno non sarà così duro … forse. Fa freddo, avrei voglia di una zuppa di verdure o di farro. Stanotte ho dormito malissimo, avevo freddo e mi svegliavo continuamente. Stasera mi strapperanno dalla noia i soliti amici “lontani” di passaggio, che però si fanno sentire, che però mi cercano. Cerco di non pensare troppo, di non deprimermi. Il cielo non sorride, io mi adeguo e resto seria. Non domando nulla per domani, non credo si possa fare qualcosa, almeno oggi avremmo dovuto prenotare qualcosa, invece s

Lei è sana

Ho avuta troppa fretta nel dedicare un'etichetta DOC ai miei incontri con lo pscologo. Credevo sinceramente sarebbe stato un lavoro lungo e faticoso. Invece al secondo incontro mi dice "La vedo meglio". Ti credo ho salito il Passo di Laurino con amici, scalando tutto il giorno. Sono stata libera e felice per 4 giorni. Ho anche fatto l'amore un paio di volte. Certo che sto bene! Vorrei stare sempre così, ovvio! Sono anche uscita dalla mia zona di confort andando a correre con un gruppetto di signore attempate e determinate a correre la maratona sotto le 4 ore. Non solo ... mi sono allargata così tanto da scrivere a una delle principali società podistiche in città chiedendo di organizzare corsi di avviamento alla corsa, per accompagnare i principianti alla loro prima maratona. Esaltazione? Protagonismo? Quelle che volete ... mi sono data una mossa Zen. "Se continuerai a fare ciò che stai facendo ora, continuerai a ottenere ciò che stai ottenendo ora" Ovvi

Il campo di atletica

Lo odio già: tanto il campo di atletica, quanto il gentile signore che dovrei definire come l'Allenatore. E più li odio e più li amo, perchè chi disprezza compra. Odio il campo di atletica per un semplice motivo: fatico! Fatico ogni volta che devo fare uno skip e sento il grasso sballonzolare. Fatico ad ogni allungo, scatto o variazione di ritmo che si discosti dal mio lento e pacifico passo stanco (o passo "chiacchiera" se voglio darmi un tono). Fatico incredibilmente anche nella corsa all'indietro! Non avrei mai detto di avere un affanno enorme, oltre a giramenti di testa e rischio di cadute ogni 3 passi. Odio l'allenatore per molti semplici mitivi: il primo è perchè comanda e io non amo ricevere ordini. Io voglio correre se mi va, aumentare il ritmo se lo gradisco, fermarmi quando decido che è troppo. Ecco questa cosa con un Allenatore diventa più difficile. Diventa difficile "mollare" spudoratamente davanti a lui e davanti a tutti. Tutti quegli ese

Vieni a correre con noi

Non so se siano i miei nuovi propositi Zen appesi ai mobili di casa, ma sento tanta energia ruotarmi intorno, cerco di vedere le cose positive e nuove cose positive arrivano. Io ci credo e continuerò nello sforzo di non rimurginare i soliti pensieri negativi, ma lasciarli lì dove sono, tristi e ingarbugliati, pensandone dei nuovi, più positivi e felici. Così mesi fa avevo chiesto a una collaga che frequenta una palestra molto "su misura" se magari volessero avviare un gruppo podistico, come fa la mia amica, nella sua palestra del sud. Mi rispose "Chiederò". Ieri la collega è tornata in palestra dopo la pausa estiva ed è comparsa con un bigliettino. Una pagina del notiziario del comune e un articolo che titola "Vieni a correre con noi?" Tale Tony ti invita a correre il martedì e il giovedì, proprio qui dietro il mio ufficio. Mi lancio veloce sul sito di questo signore di mezza età e scopro che ad aprile ha tenuto un corso per la corsa. Alla modica cifra d

Passo Laurino

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Non so come iniziarlo questo post, questa descrizione. Ripenso ai tanti blog di montagna, escursioni, giri a piedi: raccontano tutti le stesse cose con le stesse parole. Pochi si distinguono, pochi brillano, molti banalizzano. Io posso annoverarmi tra i blog opachi con descrizioni banali. Ma è difficile trovare parole originali per esprime quei sentimenti che TUTTI quelli che vanno in montagna provano ... La salità perfetta, nella giornata perfetta, con la compagnia perfetta. Un giro che compensa parecchie gite andate male negli ultimi anni. un'altro stupendo weekend di ferragosto!Una serie positiva dal 2011, a cui inizio ad abituarmi e che aspiro a mantenere negli anni. Veniamo al dunque??? Siamo a casa di M. che ci ospita qualche giorno. La sera a tavola si discute sull'itineriario e vogliamo tutti la stessa cosa: evitare il casino che attanaglia le Dolomiti. A. propone un itinerario poco frequentanto sul Catinaccio, una salita che (assicura lui) ci porterà al Re alberto se

Ferrata Castel Drena

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Giornata speciale. Libera da impegni familiari, senza programmi precisi, mi sveglio alle 4 per recarmi in val Daone. All'imbocco della valle, intorno alle 6.00 di mattina, consumerò un dolce e appassionato incontro d'amore con Romeo elegantemente vestito da corsa per sfuggire al Controllo Centrale e alle Sentinelle. Lunghi e lenti baci accompagnati da dolci movimenti, renderanno questo incontro "speciale" senza nessun motivo apparente. Restiamo abbracciati fino alle 9.00 e lo riconsegno alle Autorità di competenza. Ho un buco di giornata fino al pomeriggio, fino a quando arriveranno i soci delle scorribande ferragostiane. Cosa faccio? Per prima cosa mi fermo a una amata Coop che mi fa sempre più gioia del Despar o del Poli. Compro qualche bel panone di montagna a un prezzo ridicolo (tipo 3€ al kg, roba che a casa mia me lo scordo!) e un etto abbondante di speck tagliato sottile. Mi siedo sulla panca della chiesa del paese e mi faccio questa colazione bella ricca. Mi

L'elemosina no, te prego!

Concentrazione massima! Calma, respira, non succede nulla. Appunto nulla, io sono sola e vado per la mia strada. Io respiro e ignoro qualsiasi moto di rabbia e frustrazione. Io non piango. Non piango perchè sapevo che non sarebbe successo nulla in questa settimana, sapevo di non dovermi aspettare nulla e mi sono lungamente sforzata di non fantasticare nulla. Quindi il nulla imperversa. Ignoro l'ennesima umiliazione a cui mi sono abbassata. Ancora a chiedere, ancora ad ELEMOSINARE! Chiamiamo le cose con il loro nome: io elemosino, mezz'ora di qua, una mezza mattina di là. La risposta è sempre "no" seguito da un "non so come fare", "non so cosa dire", etc. Non devo piangere, cazzo, non devo piangere! Devo solo chiudere questa storia di merda che non mi porta da nessuna parte. Che mi darà anche gioia quando si riesce a combinare, ma mi dà altressì giorni e settimane intere di frustrazione, di depressione, di malumore. Cazzo perchè non sono mai stata

Brava così

Nonostante le difficoltà della settimana (genitori in casa, Ex alla porta per ricordarmi che mi vuole bene nonostante le difficoltà, Cucciola sotto osservazione ospedaliera) tengo duro. Non sorrido da qualche giorno, ho una stanchezza fisica addosso infinita e un rapporto decisamente conflittuale con il telefono. Ma sono brava. Tengo la testa alta, mi sforzo anche di raddrizzare la gobba, come per dire "resisto, ci sono, non mi piegherete!!". Ieri ho compiuto un'accurata depilazione. Potessi strappare via così facilmente anche pezzi di vita! Strapparli brutalmente per togliermeli di dosso ... Ho letto anche qualche messaggio che attendeva risposta. Cerco dimostrarmi superiore, cerco di gettare acqua sul fuoro, di pensare "passerà" o meglio ancora "dimentica". Ho veramente voglia di morire, è una fatica così grande vivere! Mi ritrovo anche a desiderare la mia seduta dal DOC. Terribile!! Non vedo l'ora di vederlo, di vuotare su questo povero e innoc

Serpenti e altri incubi

Di nuovi incubi. Sono con la mia famiglia, ricordo bene mia madre. Siamo in vacanza, una specie di villaggio, e cerchiamo il nostro alloggio numero ... 247 credo. E' un numero che continuo a ripetere per tutto il sogno, ma quando mi sveglio in piena notte , spaventata, non lo ricordo più. Comunque ho la chiave e cerco con mia madre questa porta. Le strutture degli alloggi sono tutti uguali: lunghe file di porta riportanti le targhette con il numero della stanza. Partiamo dal basso, dal piano terra, ma siamo lontani dal ns numero. Saliamo al primo piano, ci avviciniamo, cerchiamo instancabili tra le lunghe file di porte bianche, tutte uguali, con la targhetta riportante il numero. La struttura è vagamente fatiscente. Alla fine troviamo il nostro alloggio dopo la lunga ricerca. Apro e ho solo un vago ricordo di un ambiente angusto, stretto e un serpente. Il serpente è grosso e sibila minacciosamente. E' lucido e scuro, verde scuro e nero. sibila e io sono spaventata. Resto ferma

Ferrata Col Rodella

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Piacevola giornata tra i passi Dolomitici e orde di turisti in vacanza. Quando L. mi chiama, sono sempre pronta a rispondere! Così non mi sono lasciata scappare l'occasione di salire questa breve e divertente ferrata. Saliamo dall'affollato Passo Sella fino al rifugio Des Alpes. Fatichiamo a individuare l'attacco della Ferrata poichè non ci sono indicazioni. Sotto l'impianto a monte della funivia c'e' un sentiero poco tracciato. Wow che fico, do indicazioni utili su una salita?? Meglio smettere subito, queste pagine non sono e non vogliono essere un riferimento per appasionati di montagna. Queste pagine sono per me, a mio uso esclusivo. Là fuori non c'e' nessuno a leggere (per fortuna). Torniamo alla Ferrata, che dire? Siamo all'attacco e ci infiliamo imbrago e caschetto. Erano da poco partiti padre-madre-figlio-nonno. Il padre con il figlio si sono volatizzati subito dopo aver afferrato il primo pezzo di corda. La madre assistita dal nonno non vol

Il piantone

Torna su. Torna vicino. Da una parte un tuffo al cuore, dall’altra l’angoscia perché comunque non potrò vederlo. Più che altro angoscia perché non ho per niente voglia di fare il weekend con il signor TritaCazzi! Non ho voglia di farmi rompere le palle e dover stressarmi con le sue seghe gratuite e le sue 2500 parole sprecate per esprimere quello che io potrei dire con 5! Non ne ho voglia. Piuttosto sto a casa, non faccio nulla, boccheggio fino a sera sdraiata sul letto e attendo l’ora dell’aperitivo per sfondarmi di spritz! Che voglia di spritz! Stasera niente cena a pranzo mi sono tuffata nel cibo. Questo è un periodo molto pericoloso per me, il piantone in ufficio senza lavoro mi spinge verso la macchinetta delle schifezze in cerca di consolazione. Nel bidone si accumulano le prove dei miei eccessi alimentari. Che barba che noia. Altro che sedano e acqua a volontà contro il gonfiore! Nell’ordine sushi (volevo stare leggera) e fagiolini. Poi spaghetti al pesto, biscotti da 6000 calo

DOC1 - La sindrome del dormitorio e il chiodo mai appeso

Mi ha fatto una buona impressione da subito. Un uomo grande, tranquillo e pacato, con una risata sincera e un viso simpatico. Non sapeva nulla di me e io navigavo a vista, menando colpi a destra e manca. Mi frenava, cercava di incanalare le informazione chiedendo prima di un argomento e poi dell’altro. Ho riassunto abbastanza bene la mia non più giovane vita. Ho pianto ma chissenefrega. Ha colpito bene sulla mancanza di radici, su quella che io definisco la sindrome da dormitorio: l’incapacità di sentirmi a casa, di mettere le radici, di arredare un posto e renderlo mio senza pensare ogni volta “non so se resto qui”. Sono trascorsi 8 mesi e la mia casa è esattamente come quando ci sono entrata: minimalista! Letto, armadio, cucina, bagno. Non un divano su cui sedersi comoda, non un mobile per riporre scarpe, non un chiodo appeso. Piantare chiodi non mi riesce proprio, non per una questione pratica, perché ho sufficiente manualità per piantare un chiodo senza martellarmi le dita. E’ una

Agosto quanto ti conosco

Eccoci all’ennesimo agosto. Periodo tranquillo, le città di svuotano, io lavoro e devo far passare il tempo. Queste condizioni sono terreno fertile per paranoie. Ma quest’anno mi controllo abbastanza bene. Siamo “già” al 7 agosto e sono abbastanza serena. La mia vita sociale ha avuto un numero sufficiente di uscite da non farmi sentire troppo sola. Le confessioni di M. semi ubriaca (in vino veritas) “Sei tra le migliori amiche che ho a Bolzano” mi ha rincuorato parecchio! Ad agosto poi ci sono tante persone in giro, così capita come ieri sera di farsi un’oretta di viaggio al fresco e trascorrere una bella serata di vino e chiacchiere. Certo le mie conoscenze montane sono veramente scarse. Certo i posti che vorrei vedere, le ferrate da fare, le facili vie da tentare … certo tutto diventa a tratti “malinconico”. Tanta bellezza e non poterne godere. Però va così e con tanta pazienza migliorerà. Sperando di campare a sufficienza e di non dover solo e sempre lavorare. Sperando di non perde